Nissan Silvia: l' FR adatta a tutti

Silvia è il nome dato ad una serie di automobili coupé sportive a trazione posteriore (FR) basate tutte su una piattaforma dello chassis denominata appunto "S". Il nome Silvia però, secondo il signor Ootake (Chief Designer), deriva dalla mitologia greca ed era il nome di una bellissima ninfa (nella mitologia romana invece Rea Silvia era la madre di Romolo e Remo). Queste auto cominciano ad apparire nelle strade a partire dal 1964 per arrivare fino ai giorni nostri con la S15 (2002).



Alcuni modelli poco conosciuti sono quelli che hanno fatto la storia di questa longeva serie di auto durata per 4 decenni.

Silvia CSP311
Tra questi rientra di sicuro la Silvia CSP311 (sviluppata in collaborazione con il designer tedesco Albrecht Graf Goertz che al tempo era consulente Nissan, successivamente prestò servizio anche per Studebaker e BMW) che debutta nel 1964 con il nome di "Datsun Coupe 1600", dotata di un piccolo motore 1.6 litri con 4 cilindri in linea della serie Nissan R da 96CV a 6000 rmp a carburatori( due Hitachi SU da 38mm) assicurava buone prestazioni e leggerezza. Tuttavia non vennero venduti molti esemplari. La velocitá di punta era di circa 165 km\h.

Altro esemplare poco conosciuto è la S10 che ha avuto poco successo nei mercati internazionali, ciò dovuto anche alla grande rivalità delle case concorrenti.


Silvia S110
Al contrario dei due modelli precedenti la S110, che entra in scena nel 1979, proponeva una maggiore scelta di modelli e motori. Quelle più vendute erano le 200sx che potevano montare il motore L20B da 1952cc a 4 cilindri con una potenza di 110CV (82 kW), oppure il Z20E (dove E sta ad indicare che è a iniezione, è interessante osservare che è il primo tra i citati ad iniezione mentre gli altri sono tutti alimentati a carburatori) versione che era una nuova dotazione fatta per stare al passo con le altre case produttrici, aveva una potenza di 101 CV (75kw). Ma non è tutto quì, infatti era disponibile anche il nuovo motore della serie Z, il Z18ET (la T sta per "turbo") che è stato montato nella Silvia LSE-X (180sx) e in grado di generare 135 cavalli a 6000rmp. C'è da dire che la versione turbo era disponibile solo per il mercato giapponese. Nel 1982 venne introdotto il Z22E che era leggermente più potente. Lo scatto 0-100 impiegava circa 10.2 secondi, mentre la velocità massima di 180 km/h.

Silvia 240RS
Nissan FJ20E
L'ultima versione della S110 è stata probabilmente la migliore, lanciata nell'ottobre 1981, è stata chiamata 240RS. Il telaio è stato basato sul modello S110, ma più leggero e sportivo inoltre numerose sono state le modifiche alla carrozzeria, come ad esempio i passaruota allargati. La 240RS era alimentata dal FJ20E un motore da 2 litri DOHC 16V da 150CV in grado di spingere la vettura ad una velocità massima di 192km. Ma della 240RS la versione che ha fatto scalpore era quella dotata del potente FJ24E con 240 CV (177 kW) a 7,200rmp. Lo scatto 0-100 impiegava circa 8.5 secondi.
Quest'ultima si piazzò con miglior risultato seconda nel Campionato del Mondo Rally nel 1983 in Nuova Zelanda. Per queste vetture era disponibile anche la versione "Gazelle" che era semplicemente la hatchback, e in tutti i casi era disponibile il cambio manuale 5 marce e il cambio automatico 3 rapporti.

La prima in alto a destra è la Silvia con FJ20E,
 la RS-X è la versione turbo e lo si vede dal rigonfiamento presente nel cofano
(era disponibile anche come hatchback)
Nel 1983 la Silvia S12 è stata lanciata in produzione e ancora una volta ha avuto sia la versione coupè e sia la Gazelle. Questa nuova S12 non era solo più veloce, ma aveva anche più spazio e interni lussuosi, un telaio più rigido e una avanzata protezione antiruggine.


Gli anni '80 erano l'era dei turbocompressori e la mania della potenza, così anche la S12 doveva avere una opzione turbo. La S12 con motore 2 litri fu conosciuta come 200SX, dotata di propulsori FJ20 o FJ20DET a 4 cilindri 2 litri 16V, questi vantavano una maggiore compressione e più potenza. Per i modelli di esportazione della S12 le dotazioni potevano essere il CA18DE/E(con una potenza di 131 hp (98 kW) a 6400 rpm e 159 Nm di coppia a 5200 rpm) o CA18DET (con una potenza di 167 CV e 228 Nm di coppia, dotato di testata in alluminio DOCH 16v turbocompresso da una Garrett T25), motori più recenti rispetto ai serie FJ, a 4 cilindri da 1.8 litri(travate la foto qui a destra).
Nel 1987, viene richiesta da parte degli Stati Uniti una versione più maneggevole e priva di lag del turbo. Si è optato quindi per montare nella 200SX il VG20 2.0 V6, che ha più coppia. La scelta per la trasmissione poteva essere la classica 5 rapporti manuale, oppure la 'automatica 4 velocità. Per il modello turbo lo scatto 0-100 impiegava circa 8.5 secondi, anche grazie al suo peso di 1170 kg, e la velocità massima era molto vicina alla soglia dei 200km/h.



 Di tutte le Silvia che Nissan ha prodotto, l'S13 (1989 ~ 1995) è stato probabilmente l'unico modello ha regalato agli utenti innumerevoli soddisfazioni a livello di personalizzazioni e proprio per questo è stato il più venduto dei modelli finora citati, inoltre ha dato il via alla nuova linea improntata su una riscoperta sportività.

Introdotta nel 1988, la S13 ha avuto 2 versioni coupé e convertibile. Le autovetture nazionali giapponesi erano alimentate sia dal CA18DE o il motore CA18DET(le specifiche su questi motori sono riportate nel paragrafo riguardante la S12). Negli Stati Uniti d'America la dotazione principale era il KA24DE(usato nella 240SX erogava 155 CV a 5400 rpm con una coppia di 217Nm).

I modelli con fari a scomparsa erano definiti con la dicitura SX, mentre per il modello a fari fissi si usava S13. Bisogna poi suddividere le vetture in base al motore, infatti, per la S13 vi erano a disposizione il CA18DET(anche in versione non turbo, motori ripresi dalla S12) e anche il nuovo SR20DET (solo i modelli usciti più tardi, infatti questo motore era la dotazione principale per la S14, quindi solo i modelli S13 che sono stati prodotti dopo l'uscita della S14 hanno potuto beneficiare del SR20), per la 180SX l'opzione predominante fu il CA18DET. Un cambiamento tra CA e SR che dato dalla possibilità di avere diverse vernici disponibili per il coprivalvole.
Nissan SR20DET
Oltre a ciò, il motore SR debuttato nelle S13 era definito "black top", molto diverso dal più potente "top notch" utilizzato nelle varianti S14 e S15. Questi "black top" vennero montati dal 1994 in poi e erogavano 205 CV (150kW) a 6000 rpm e 274 Nm di coppia a 4000 rpm, questa potenza era data grazie alla turbina Garret T25G.
La carrozzeria della S13 ha le seguenti dimensioni: lunghezza 4.521m, larghezza 1.689m, altezza 1.290 m; per quanto riguarda il peso si rimane in linea con quello della S12, cioè circa 1224 kg. La S13 nel posteriore monta sospensioni multi-link, inoltre offre per la prima volta il sistema di sterzo a quattro ruote HICAS-II (disponibile per la versione con il motore KA24DE) e un differenziale viscoso a slittamento limitato, ma solo per i alcuni modelli. Il KA24DE era più modesto come potenza, si parla di 155 CV a 5600 rmp, era quindi la versione più tranquilla. Il cambio era disponibile nella variante 4 marce automatico oppure 5 marce manuale. Per quanto riguarda il sistema frenante troviamo dischi anteriori autoventilati 257x22mm (con ABS), nel posteriore dischi da 10 pollici non ventilati e pinze monopistoncino.





Una variante dell'auto, la Sileighty fu prodotta da un elaboratore giapponese (ha fatto la sua comparsa in una serie anime e manga giapponese conosciuta come Initial D, serie basata soprattutto sulle sportive giapponesi e le Touge battle). La Sileighty presenta l'anteriore della S13, mentre il posteriore è quello della 180SX. La creazione della Sileighty, ispirò la creazione di un'altra variante: la Onevia. Essa è l'esatto opposto della Sileighty, l'anteriore è della 180SX mentre il posteriore è della S13. La Sileighty inizialmente era stata concepita come necessità, infatti, nelle gare di drift o nelle montagne dove l'anteriore veniva spesso danneggiato, comprare i pezzi per la 180SX era più dispendioso rispetto a quelli della S13, per questo molti preparatori hanno deciso di modificare le loro vetture e farle diventare Sileighty (grazie anche al fatto che i pezzi erano facilmente adattabili).


Un'altra Silvia S13 prodotta è la versione convertibile comunemente chiamata Varietta, in questa la capotte ha un meccanismo elettrico che la apre da ferma.

Passiamo ora a un po' di dati: la velocità massima (che su alcuni modelli è limitata elettronicamente a 200km/h) trova una vera e propria limitazione meccanica a circa 230 km/h (SR20DET blacktop), mentre si arriva a circa 220 km/h (per quanto riguarda le versioni dotate di CA18DET); in accelerazione rispettivamente 7.2 secondi e 7.5.

Silvia S14
Silvia S14a





















Già con la S13 abbiamo visto come la linea sia stata modificata, linea che verrà ripresa dai modelli a suo seguito. Infatti la Silvia S14 introdotta nel 1993, al fianco della S13 riporta la solita linea, ma aggiornata, ad esempio si riprendono le linee della R33(e non solo le linee, nella S14a tutto il muso della vettura è stato sostituito riprendendo le linee della R33, sostituendo i fanali e la griglia rendendo la vettura più aggressiva a livello estetico, questa versione si trova in produzione dal 1995 in poi), più bombate, e i fari non sono più a scomparsa considerato che erano fuori moda, perciò si è passati definitivamente ai fari fissi. Principalmente la S14 ha un telaio più lungo, il nuovo motore SR20DET(assieme alle altre versioni disponibili già da prima SR20DE e KA24DE), il cosiddetto top notch, che rispetto al predecessore ha ricevuto un sistema di fasatura variabile delle valvole detto VTC (sistema che lavora sul albero a camme di aspirazione). L'HICAS non era un'opzione per i modelli di esportazione, ad eccezione del 240SX SE. Gli allestimenti  giapponesi erano J, Q & K, come lo erano per la S13. la cosa interessante è che in Giappone, le auto Turbo avevano 3 strumenti nel cruscotto sotto la radio, costituito da indicatori della pressione olio, Boost e misuratori di tensione. Il nuovo motore dotato di una turbina Garret T28 aveva una potenza di 220 CV (161.81 kW) a 6000 rpm e una coppia di 274.59Nm a 4800 rpm, questi numeri garantivano una velocità di 230 km/h con uno scatto da ferma a 100 km/h in meno di di 7 secondi. Può sembrare che il miglioramento non sia avvenuto, ma ricordiamo che il peso è salito di circa 50 kg. Per la trasmissione rimangono sempre le precedenti, 5 marce manuale e 4 marce automatica. L'impianto frenante viene aggiornato con dischi autoventilati 280x22mm con ABS all'anteriore e dischi da 10" al posteriore (come nella S13).

Due versioni molto celebri da ricordare sono la 270R di Nismo e la Autech K.


La prima era un veicolo in edizione limitata di 50 esemplari sviluppata da Nissan Motorsports costruito sul telaio della S14, ma con miglioramenti rispetto alla Silvia.  Il "270" è in riferimento alla potenza della vettura, grazie a modifiche come il grosso intercooler ventilato grazie a delle prese d'aria, inoltre esteticamente si è montato il kit Aero Nismo 'Edge', nella meccanica una frizione più solida, differenziale a slittamento limitato a 2 vie, negli interni sedili sportivi firmati Nismo. Tutte le 270R erano di colore nero con logo "Nismo 270R" sul retro e placca numerata nel vano portaoggetti.

 Nella Autech troviamo un SR20DET da 250CV modificato da Autech con iniettori maggiorati (che troveremo anche sulla S15 Spec R), intercooler più spesso, e una T28 a cuscinetto per una risposta più veloce del turbo. Per aiutare a espellere gas di scarico, è stato montato uno scarico Fujitsubo Giken (FGK). Negli interni troviamo indicatori di tutti i tipi e leva del cambio MOMO design. L'assetto interno è anche rivisto con sospensioni multi-link, molle sportive, barra duomi anteriore e uno spoiler posteriore.


L'ultimo modello lanciato con la denominazione "Silvia" è la S15 (per ora la Nissan non ha parlato di modelli futuri).

Silvia S15
La S15 viene introdotta il 16 gennaio 1999. Questa vettura viene molto influenzata come componentistica dalla Skyline R34(principalmente per il sistema di sospensione), inoltre il telaio in alluminio ha ridotto il peso complessivo(che passa ora a 1200kg nella versione più leggera), senza indebolire il corpo della vettura.

Principalmente due modelli erano disponibili: Spec-S e Spec-R. L' SR20DET (il DE sviluppa ora 165CV) è ora aggiornato a 247CV (185KW) e 334 Nm di coppia per le versioni a cambio manuale e 220CV (164KW) per le automatiche. Questa volta il cambio manuale è un 6 marce, accoppiato ad un differenziale LSD elicoidale (simile a quello della R34 GT-R, che migliora trazione e maneggevolezza) per la Spec-R e invece rimane il differenziale viscoso LSD e cambio 5 rapporti per la Spec-S. Rimane disponibile la possibilità di un 4 marce automatico.La Spec-R include sospensioni sportive e un ulteriore rafforzamento tramite l'impiego di barre antirollio più grandi, per il sistema frenante all'anteriore si usano le stesse pinze a 4 pistoncini che sono stati montate anche nella Z32 300zx, mentre nel posteriore rimango quelle della S14. La velocità massima è di circa 250km/h, con uno scatto da ferma a 100km/h in 5.8 secondi.
Entrambi i modelli offrono una variante "Aero", con un grande alettone posteriore e minigonne laterali. L'opzione HICAS rimane un optional.

Modello interessante era la "Varietta" che era una convertibile con tettuccio rigido ripiegabile nel bagagliaio elettronicamente. Per questa versione si decise di usare l'SR20DE. Inutile sottolineare la rarità del modello.

Nei Motorsport la Silvia si è sempre distinta, soprattutto nelle competizioni di drift e persino nel competitivo Super GT giapponese. Celebre è anche la comparsa della S15 in Tokyo Drift.

La Silvia è quindi un modello di Nissan che grazie alle sue capacità di FR e alla sua linea molto pulita, che trasmette aggressività, è riuscita a creare una cerchia di appassionati molto vasta nel mondo. Rimane un grande dispiacere per il fatto che la Nissan dall'agosto del 2002 ha fermato la produzione, noi comunque rimaniamo speranzosi che prima o dopo questo modello venga ripreso in mano.



1985-2015 BMW M5 Trent'anni di passioni in controsterzo!

L'intera generazione delle M5 dal 1985 al 2015

Per spiegare questa auto bastano due parole, è un connubio tra lusso e sportività pura. Cinque generazioni che si sono susseguite migliorando modello per modello per ben trent'anni che passeranno e stanno passando alla storia. Cominciamo con un pò di storia per capire tutto per bene, la vera M5 cominciò ad essere prodotta nel 1985, ma la casa bavarese aveva cominciato già nei primi anni '70 a modificare le sue tranquille berline. Per citarne qualcuna possiamo accennare alla 2002 Turbo del 1973 e alla 535i (serie 5 E12) del 1979, che sfoderava ben 218 cv da un 6 cilindri in linea 12 valvole di 3430 cc . Dopo questi primi anni, BMW volle fare le cose per bene ed affidò il lavoro ad una casa di elaborazioni esterna ovvero la "M Performance", e da quel 1985 ci saranno questi trent'anni di successi in campo stradale e sportivo.

BMW M5 E28 (1985-88)
Presentata ufficialmente al salone di Amsterdam nel 1984 insieme anche alla 535i la quale si distingueva per un stile sportivo più accentuato. Nulla togliendo però alla M5, che era capace di dare del filo da torcere anche ad una Porsche 911. Questa super-berlina riusciva a staccare lo 0-100 in soli 6.5 secondi ed ottenere una velocità massima di 245 km/h tutto grazie al suo poderoso 6 cilindri in linea da 3.5L ad aspirazione naturale da 286 cv racchiuso all'interno di questa sobria berlina tedesca. Numeri da supercar per quell'epoca! Senza discussioni un auto di cui portare rispetto. Sotto questa linea da auto innocua si possono trovare inoltre migliorie tecniche a non finire, da vera auto nata per correre. Impianto frenante a 4 dischi (anteriori autoventilati) con relativo sistema (ABS), differenziale autobloccante al  25%, cilindri motore dotati di 4 valvole ciascuno, mosse da un albero a camme in testa con bilancieri, perfino l'iniezione era elettronica e controllata da una centralina Bosch Motronic, le prestazioni quindi venivano da sè anche se il peso si aggirava sui 1430 kg. Questa E28 fu prodotta per 3 anni ovvero fino al 1988, come vendite andò un po in conflitto con la sorella maggiore, la 535i che avendo un prezzo più basso ed una maggiore potenza (era equipaggiata con lo stesso motore montato sulla supercar M1) riuscì a vendere di più. 


BMW M5 E34 (1989-95)

Giriamo pagina e modello, siamo nel 1989, la serie 5 E34 è stato uno dei modelli più venduti della BMW. Ancora spinta da un motore 6 cilindri in linea non più da 286 cv ma da 315 (poi passati a 340 con la versione da 3.8L). Questo aumento di cavalli fu riconducibile all'adozione di due alberi a camme in testa con 24 valvole, ma pur avendo qualche cavallo in più questa E34 rimase comunque più docile rispetto all'accattivante E28 precedente. Questa M5 si presentava più sicura nei movimenti e nei cambi di direzione grazie ad un sistema di controllo delle sospensioni auto-livellanti EDC (Eletronic Damper Control) facenti parte dell'innovativo pacchetto Nurburgring. Il sistema era in grado di variare la tensione e la risposta degli ammortizzatori da maggiormente morbidi (Comfort) a molto rigidi per un assetto più controllabile (Sport), in questo modello a differenza della E28 l' ABS era di serie.
S38 E34
Anche qua il differenziale era autobloccante al 25%. Questo nuovo 6 cilindri (S38) da 315 cv aveva reso possibile toccare i 250 km/h di velocità massima e di abbassare lo 0-100 km/h di 2 decimi a 6.3 secondi, il peso era di 1650 kg. Nel 1992, ovvero a metà carriera di questa serie 5 E34, ci fu un restyling che portò ad una aumento della cilindrata da 3.5 a 3.8 litri ed un incremento di 25 cavalli di potenza portandoli a 340. Anche le prestazioni ne benificiarono logicamente, sopratutto nell'accelerazione 0-100 km/h che scese a 5.9 sec. In occasione di questo restyling fu introdotta anche la versione station wagon (in BMW definita "Touring"). Questa touring non differenziava molto dalle prestazioni della berlina, solamente l'accelerazione, che era inferiore di appena un centesimo (6 secondi al posto di 5.9) a causa del peso leggermente maggiore che fermava l'ago della bilancia a 1730 kg. In ogni caso riusciva a coprire i suoi 250 km/h.

versione "Touring" 


Su questo campo BMW era assolutamente un novità, non aveva mai creato prima d'ora una Station wagon ad alte prestazione. Si trovò a competere con altri modelli simili già collaudati come: le Audi RS2, le Volvo 900 Wagon o le Lancia Thema Turbo LX. In questi 6 anni di produzione prima di uscire di listino furono prodotte 3091 berline e 891 touring.





BMW M5 E39 (1998-03)

Molti sentendo parlare di serie 5 o M5 viene in mente questo preciso modello, la E39. Per molti è fatta così, è lei la vera serie 5. Ma non parliamo se è o non è lei la migliore M5 di sempre. Parliamo invece di un'innovazione davvero importante che fu portata su questo modello, il quale si abbandonò il motore ad architettura 6 cilindri per divenire V8. Il motore di base era quello della 540i da 4.4 litri di cilindrata, preso in mano e rivisto dagli ingegneri "Motorsport" divenne di 4943 cc e 400 cv di potenza associato ad un cambio manuale a 6 rapporti. Gran parte della potenza fu ottenuta dal fatto che venne usata una doppia fasatura variabile "Vanos" e sistema di controllo dell'alzata delle 32 valvole "Valvetronic". 
Tutto questo portò non solo ad un aumento di potenza ma anche ad una linea giri rossa a quota 6500 rmp. A proposito di zona rossa la vera "ciliegina sulla torta" in abito elettronico fu l'adozione del sistema di Regimazione Termica il quale andava a spostare la zona giri rossa (limitatore) man mano che la temperatura del lubrificante era in condizioni ottimali. Le prestazione di questa M5 divennero ancora più notevoli, ora lo 0-100 km/h si copriva in appena 5.3 secondi e la velocità massima era stata autolimitata per ragioni di sicurezza a 250 km/h (ormai era di consuetudine nelle grosse berline tedesche). Interni completamente in pelle con numerosi inserti in radica ed optional di tutte le sorti, così si proponeva l'interno di questo bolide da 400 cavalli. In poche parole la E39 fu la migliore nel far capire il concetto di lusso da pista. 
La parte esterna invece si distingue per il carattere potente definito da cerchi in lega da 18" a canale rovesciato, assetto ribassato e al posteriore 4 terminali di scarico rivelano la vera anima di questa sportiva. Nel 2000 la E39 subì un restyling questa volta senza modifiche sostanziali.


competizioni motorsport
La BMW M5 venne impiegata molto anche in competizioni agonistiche
a differenza dei modelli precedenti. Il prezzo di questa auto alla fine degli anni '90 si aggirava sugli 80 mila euro. 




BMW M5 E60 (2005-10)


Versione Touring  E61
Passati 3 anni dall'uscita di scena della E39 la sezione Motorsport presenta al Salone di Ginevra del 2004 la nuova M5 derivante dalla serie 5 E60. Ancora più potente e veloce, questa volta equipaggiata con un "rombante" propulsore 10 cilindri a V da 5.0 litri di cilindrata, poco tempo dopo sarà montato anche nella M6, raggiungeva tranquillamente la soglia di 8250 rmp (massimi) producendo la sbalorditiva potenza di 507 cv a 7.750 giri/min. Anche il peso era aumentato (1755 kg) grazie al motore più grosso ed in generale a tutta la struttura dell'intera auto che era vistosamente più robusta, detto ciò il rapporto peso-potenza era rimasto comunque da vera supercar 3.41 kg/cv e la dinamica di guida migliorò molto rispetto alla precedente E39. Il grosso motore V10 ad aspirazione naturale spingeva questa M5 a staccare lo 0-100 km/h in 4.5 secondi netti mentre la velocità massima era rimasta autolimitata a 250 km/h. Il propulsore V10 (s85) non è solo potente ma anche estremamente ingegnoso (vinse per 3 anni di fila il premio di miglior motore dell'anno), costruito interamente in alluminio e realizzato secondo le esperienze di BMW in Formula 1, basti pensare che la lubrificazione è gestita da 4 pompe olio. A gestire tutta questa potenza c'è un cambio non più manuale ma ben sì sequenziale/automatico a 7 rapporti (detto anche SMG7), fornito di ben 5 settaggi che vanno dalla cambiata più secca per il giro in pista (Sport) a quella più dolce per un viaggio tranquillo (Turismo). Altro aiuto importante è lo sterzo attivo dotato di ASC (Active Steering Control). La m5 E60 dispone anche di funzione launch control e di una gestione elettronica della potenza che consente di limitare la potenza a 400 cv con un comodo tasto sulla plancia. IL DSC (controllo di stabilità) è disinseribile completamente, mentre se è in funzione può lavorare su due livelli di sicurezza. Dal 2007 sarà presente in listino anche la versione touring (con denominazione E61) con le stesse prestazioni della berlina. La M5 (berlina) del costo di 94800 euro uscirà di produzione nel Marzo 2010 mentre la versione touring continuerà ad essere prodotta fino a metà dello stesso anno. 

BMW M5 F10 (2010-oggi)

Tocca a Francoforte stavolta, presentare la nuova BMW M5 F10, già anticipata mesi prima al salone di Shanghai. La F10 è rivoluzionaria per eccellenza, niente propulsore aspirato, si alla sovralimentazione, doppia per la precisione. Si ritorna a un V8 rivisitato dai tecnici Motorsport con 4.4 litri di cilindrata e sistema TwinPowerTurbo in grado di sprigionare 560 cv di potenza. Differenza sostanziale anche nel sound che passa da un urlo da 10 cilindri (stile Lamborghini) a un rombo cupo da V8 Bi-Turbo. Rivoluzione anche in campo di trasmissione che al posto del vecchio e "lento" cambio robotizzato ecco apparire un velocissimo doppia frizione a 7 rapporti (DCT). 


Sia il motore che il cambio sono programmabili in base alle esigenze del conducente, ma non solo, anche il Dynamic Damper Control, lo sterzo M Servotronic ed il DSC sono gestibili liberamente dal conducente. Mai così alte le prestazioni per una M5. L'accelerazione 0-100 si copre in appena 4.4 secondi e la velocità massima è ancora autolimitata a 250 km/h tranne nel caso fosse provvista del pacchetto M driver's Package, nella quale la limitazione sulla velocità massima viene spostata a 305 km/h
Esternamente la M5 è chiaramente riconoscibile dall'accentuato carattere sportivo sottolineato dalle grosse prese d'aria anteriori e da i 4 terminali di scarico posteriori, mentre le fiancate vengono accentuate dalle ruote che montano cerchi in lega da 19 pollici. Nel 2014 in occasione del 30° Anniversario di M5, debutta il modello commemorativo (a tiratura limitata a soli 300 esemplari) denominato "30 Jahre Anniversary" dove il propulsore TwinPowerTurbo V8 è stato di nuovo elaborato il quale raggiunge ora la ragguardevole potenza di 600 cavalli. Il tempo per il 0-100 km/h è sceso ora sotto il muro dei 4 secondi fermandosi a 3.9. Si può che dire la F10 racchiude tutta l'essenza della berlina sportiva, pistaiola o lussuosa a seconda dell'uso, ma sempre pronta a far battere forte il cuore divorando l'asfalto davanti a voi. 







Nissan Fairlady: auto modesta ma con grandi potenzialità

La Nissan propone la serie nel 1969 con l'intento di creare un'auto sportiva di lusso (come alcuni possono evincere dal nome "bella donna").


La storia comincia negli anni 60 quando la Nissan prova la collaborazione con Yamaha, con questa la casa voleva proporre nuovi modelli. La Nissan però preferì troncare la collaborazione perchè alcuni punti del progetto non andavano bene come ad esempio il motore Yamaha (la Yamaha poi andò a collaborare assieme alla Toyota contribuendo alla progettazione della splendida GT2000).
La casa automobilistica giapponese non abbandonò affatto quella che doveva divenire un'auto sportiva a due posti a prezzi accessibili.

Nissan/Datsun 240Z
Nasce quindi la prima di una lunga generazione di auto che hanno appassionato moltissime persone allo stile Nissan e alla Fairlady (più comunemente detta "Nissan Z").
Nel 1970 viene presentata la 240Z (S30) con delle linee nuove che si distaccavano notevolmente da quelle delle muscle car americane(linea molto tipica delle Datsun Sport roadster) e con motorizzazioni relativamente di piccola cilindrata: è presente la versione per il mercato americano con un motore L6 (6 cilindri in linea) da 2.4 litri a due carburatori con una potenza di 151 CV (113kW) e quella per il Giappone dotata di un SOHC L6 da 2 litri ​​che
Motore GTR2000 nella Z432
produce 130 CV (96 kW), per il giappone però è presente anche una versione speciale a Z432 (PS30) che ha lo stesso motore L6 S20 2 litri DOHC della Nissan Skyline GT-R 2000 da 160 CV (118kW), la versione giapponese JDM aveva il distintivo stemma Fairlady Z sui parafanghi inferiori con il distintivo numero 432 sopra (la denominazione 432 sta per 4 valvole, 3 carburatori, e 2 alberi a camme).
Nel 1974 viene rilasciata la 260Z (come suggerisce il nome è dotata di propulsore da 2.6 litri), sebbene in questa versione il motore sia più grosso la potenza non è aumentata , aggirandosi attorno ai 140 CV negli stati uniti, in altre aree geografiche invece (dove il motore non ha subito modifiche agli alberi a camme, carburatori, alla compressione per conformarsi alle nuove normative sulle emissioni) la potenza arrivava a 154 CV (113 kW).
Qualche anno dopo solo nel nord America venne messo a disposizione un nuovo modello più lussuoso e potente la 280Z con motore da 2.8 litri e con un sistema di iniezione Bosch (che sostituiva i precedenti carburatori SU) e con ciò la potenza arriva a 170 CV (127kW). È bene non confondere la 280Z con la successiva ZX che appartiene ad una nuova generazione che parte dal 1978.


Nissan/Datsun 280ZX

Con la 280ZX comincia la seconda generazione, questa è caratterizzata da un complessivo miglioramento negli interni e nelle rifiniture, rendendo l'auto più lussuosa per soddisfare le crescenti esigenze dei consumatori, venne aggiunto inoltre un hardtop e due nuove motorizzazioni un turbo 2,8 litri L28 L6 da 180CV (130 kW) e con una coppia di 275 N·m, e una versione più tranquilla con un motore ad aspirazione naturale da 135 CV (101 kW) e 195 N·m di coppia.





Nissan 300ZX SS



Nel 1984 si ebbe una svolta, una decisione che caratterizzò tutte le generazioni fino a quella odierna, si tratta dell'utilizzo di un motore a V e non più in linea, introducendo quindi la nuova serie Nissan con motore V6 da 3.0 litri, soprannominato VG. Disponibili sia VG30E aspirato e turbocompresso VG30ET producendo 160 e 200 CV (120 e 150 kW) rispettivamente, anche se alcuni VG30ET che alimentavano la serie Z producevano 228 CV (170 kW) a causa di modifiche legate a vincoli sulle emissioni meno restrittivi. Il motore comunque poteva dare ancora qualcosa, infatti nel mercato giapponese l'auto aveva qualche cavallo extra. La 300ZX Z31 divenne una vetture con degli standard, quali raffinatezza degli interni, tenuta e accelerazione (anche la linea non è stata trascurata, anche se con un profilo simile alle precedenti si differenzia per un design più attuale per l'epoca con linee cuneiformi e paraurti e luci più attuali), molto elevati che le hanno permesso di raggiungere livelli di vendita pari a 70000 unità.
Nel 1985-1986 il modello viene rivisto con aggiornamenti tra cui un turbocompressore raffreddato ad acqua, fanali posteriori affumicati, paraurti in tinta con l'auto, passaruota svasati, pannelli laterali posteriori progettati appositamente per deviare al meglio l'aria. Nella versione turbo non può mancare la piccola feritoia sul cofano sul lato conducente per far entrare aria fresca per il motore. Tra il 1987 e 1988 altre modifiche furono fatte per adeguare il modello al veloce invecchiamento, ad esempio vennero ridisegnati i paraurti anteriore e posteriore e le nuove luci posteriori, al motore invece il turbocompressore è stato cambiato dal turbo Garrett T3 ad un T25, in modo da avere una minore inerzia e tempo di spool fornendo una spinta immediata a qualsiasi regime di giri utilizzabile. Una edizione speciale, la "Shiro Special" (SS), rilasciata nel 1988, disponibile solo in bianco perla (shiro significa "bianco" in giapponese)e comprende indicatori analogici e climatizzatore con interno nero, sbarre di ondeggiamento più rigide, molle più rigide, sedili speciali (Recaro), un differenziale a slittamento limitato, e un splitter anteriore. 


Nissan 300ZX Z32

Nella 300ZX Z32 l'unica cosa che è rimasta invariata rispetto alla precedente generazione Z31 è il motore V6 da 3,0 litri, ora con doppio albero a camme (DOHC), fasatura variabile delle valvole (VVT) e ben 222 CV (166 kW) con una coppia 268 N·m nella versione aspirata. Ma i veri  appassionati aspettavano l'uscita della turbo, ora con due turbocompressori Garrett e dual intercooler. L'auto quindi aveva a disposizione ben 283 CV (208 kW) e 384 Nm di coppia. Le prestazioni in accelerazione sono molto buone, circa 6 secondi per raggiungere i 100 km/h (la versione ad aspirazione naturale impiega 7 secondi) con un velocità massima di 250 km/h autolimitata. L'impianto frenante comprende dischi anteriori autoventilati 280x30mm con ABS e pinze a 4 pistoncini, e dischi posteriori ventilati da 11.75" e pinze a doppio pistoncino.
Alla sua uscita, la nuova 300ZX è diventata un successo immediato, vincendo il "Motor Trend" di "Import Car of the Year" nel 1990 e "Uno dei Top Ten Performance Cars".




La Z32 venne sviluppata tramite un software CAD che ha permesso di inserire nuovi dispositivi e ottimizzare lo spazio, sui modelli Twin Turbo infatti venne montato il sistema a quattro ruote sterzanti Super HICAS (usato anche nella Nissan R34). La linea era stata totalmente adeguata agli standard degli anni 90 con curve molto dolci e un profilo da vera auto sportiva. Le 300ZXs erano disponibili con T-top, ma ci sono stati alcuni hardtops rari (conosciuta come "slicktops").

Nissan concept 1999





Durante l'attesa per la generazione successiva Nissan ha lanciato una concept car al 1999 North American International Auto Show, un ritorno all'originale, praticamente una reinterpretazione in chiave moderna della 240Z, inoltre era perfettamente funzionante, con il 2.4 litri KA24DE 4 cilindri in linea con 200 CV (150 kW) e 244 N·m di coppia.



Nel 1999 la società francese Renault ha acquistato il 44,4% di Nissan,  la Renault è diventata chief operating officer Nissan. Nel 2001, quando Carlos Ghosn è diventato amministratore delegato disse ai giornalisti: "Costruiremo noi la nuova Z".
Nissan Nismo 350Z

L'8 gennaio del 2001, Nissan ha presentato la 350Z detta anche Z33, debuttando al "North American International Auto Show" di un arancione brillante che ha subito attirato l'attenzione. Lo stile è il risultato di una competizione tra Giappone ed Europa, e studi di design americani, usando come punto di riferimento per quest'auto la Porsche Boxter.
Nell'estate del 2002, la 350Z viene commercializzata con un poderoso motore 3.5 litri DOHC V6 denominato VQ35DE trovato in più automobili Nissan(tra cui la Skyline e Pathfinder),motore che inizialmente erogava 287 CV (214 kW) e 371 N·m di Coppia, ma nel 2005 è stato portato a 300 CV (220 kW) e 353 N·m di coppia; accoppiato a uno un cambio manuale a 6 marce o automatico a 5 marce. La coupé 350Z è disponibile in 5 allestimenti che variano dal più standard a quello più performante con assetto da pista.
Il modello base 350Z, rispetto ai pacchetti più costosi, è privo di differenziale autobloccante e di
sistema di controllo della trazione. Touring e Grand Touring modelli entrambi dotati di sedili in pelle, equipaggiate con sistemi di intrattenimento Bose, navigazione satellitare opzionale, VDC (Vehicle Dynamic Control), mentre i modelli Gran Turismo hanno ruote forgiate in lega leggera, l'impianto frenante Brembo che si trova anche nei modelli Nismo. Nel 2007, Nissan presenta il modello Nismo cerchi Rays alleggeriti, e gli interni essenziali, ma ha aggiunto un body kit aggressivo, alberi a camme rivisti, uno scarico sportivo Nismo , spoiler anteriore e posteriore e diffusore posteriore, e un impianto frenante Brembo che vanta all'anteriore quattro pistoncini per pinza e sulle posteriori  due pistoncini.

Nissan 370Z

L'ultima generazione di Fairlady (si spera non sia l'ultima) riprende le linee della precedente e mette assieme un'auto dalle linee irresistibili a delle prestazioni che arrivano a livelli mai toccati dal modello. Il 30 dicembre 2008, infatti, la 370Z viene presentata come nuovo modello per il 2009.
La 370Z (Z34) è ora alimentata da un motore V6 da 3.7 litri di produzione Nissan, il VQ37VHR. La potenza di questo propulsore ad aspirazione naturale varia da 330 a 350CV con una coppia massima di 373 N·m, a seconda del mercato e la variante. Grazie a questo motore la 370Z va da ferma a
Nissan 370Z Nismo 2009
100km/h in 5 secondi. L'auto è disponibile con un cambio manuale a sei marce o uno automatico a sette marce con levette al volante. La nuova 370Z viene proposta anche nella versione Nismo e roadster. Per quanto riguarda la versione Nismo essa riporta tutti i punti di forza della Nismo 350Z
in questa versione introducendo però un cambio a sei marce il quale è il primo cambio manuale con
un sistema SynchroRev Match, che regola automaticamente l'acceleratore in base al numero di giri e la trasmissione durante la scalata, ottenendo così lo stesso effetto della tecnica punta-tacco usata dai piloti professionisti durante la scalata. L'areodinamica della versione Nismo è stata curata dalla Autech.

Nissan 370Z Nismo 2015

Honda S2000: Nihon no kessaku




S2000 Spoon Hardtop
Capolavoro Giapponese, ecco il significato del titolo. 
Un'auto dalle doti incredibili capace di dare molte emozioni, immancabilmente con il vento tra i capelli. Partiamo come sempre parlando del design dell'auto che si presenta estremamente filante e pulito. Le linee sono semplici senza fronzoli, eppure riescono a catturare gli occhi delle persone molto bene. Il muso è basso e affilato, come quello di uno squalo pronto a divorare l'asfalto. Il retro invece presenta dei fanali dalla forma molto particolare ed aggressiva accompagnati da due tubi di scarico cromati che "bucano" il diffusore. Senza tetto l'auto presenta una linea affascinante, degna delle spyder del passato. Da coperta invece ha una linea completamente differente e, da un certo punto di vista, modulabile visto che si può scegliere tra l'hard top e il soft top in tela. Non mancano inoltre hard top aftermarket come quello della Spoon e della Mugen.
S2000 Mugen Hardtop
Approfondendo sull'argomento soft top, possiamo dire che è ben costruito e non presenta particolari problemi con il passare del tempo per quanto riguarda l'affidabilità, inoltre, siccome è dotato di un motore elettrico per le operazioni di apertura e chiusura è molto veloce e pratico. Ultima cosa riguardo al design è l'estremo grado di personalizzazione raggiunto da questo piccolo bolide, che viene reso ancora più bella e aggressivo dagli appassionati, i quali aggiungono numerose modifiche che vanno dai cerchioni ai fanali fino agli aerokit sportivi.



L'F20C dotato del sistema VTEC
Cominciamo ora a parlare del vero punto forte dell' Honda S2000: la meccanica, che trova la sua punta di diamante nell'eccezionale motore VTEC. Il motore rappresenta un concentrato di tecnologia e passioni che l'Honda ha sfruttato al meglio, portando il progetto a vincere per 4 anni di seguito il premio engine of the year. L'F20C (sigla ufficiale del motore) è un propulsore di 2 l di cilindrata dotato della ragguardevole potenza di 240 CV. Una quota altissima visto che il suddetto motore non è dotato di turbo. Il dato che rappresenta tutto ciò è 120 cv/l che è il secondo risultato migliore dopo la 458 Speciale del 2014. Ma siccome stiamo parlando di Honda le sorprese non sono finite. Essendo un motore Vtec può vantare la classica dote di raggiungere una quota inimmaginabile di giri: 9150rpm. La ciliegina sulla torta è rappresentata dal sound che ha dei cambi di tonalità a dir poco eccitanti, infatti, fino a quota 5500rpm il sound è basso e cupo per poi cambiare improvvisamente e diventare squillante fino a alla quota massima di giri. Specifichiamo ora sul telaio, che non perde rigidità torsionale dato che l'S2000 è stata concepita fin dall'inizio come vettura scoperta. I freni invece non sono proprio all'altezza della macchina, un pò sottodimensionati rispetto alle reali necessità. 


Gli interni della vettura sono molto essenziali, ma nonostante ciò risultano ergonomici, dove spicca il cruscotto digitale, simile a quello montato nelle vetture da gara. La posizione di guida è abbastanza agevole e i sedili contengono molto bene in curva. Il punto debole è rappresentato dalla scomodità, visto che i sedili e l'assetto sportivo si fanno sentire nelle strade poco curate, ma non essendo una citycar sono dei problemi accettabili, colmati, come detto in precedenza, dalle emozioni che regala quest' Honda. Parliamo infine della qualità dei materiali e dell'assemblaggio. Nel primo caso a parte i sedili in pelle, non troviamo dei materiali di alta qualità come l'alluminio, ma della semplice plastica. Se la qualità dei materiali è discreta, l'assemblaggio invece è di ottima fattura. 


S2000 CR
Per finire parliamo dei modelli speciali nati attorno a questa vettura, che sono numerosissimi. Quelli ufficiali Honda con le versioni R&J(versione nata per onorare l'operato Honda nel campionato mondiale di Formula 1 che riporta al suo interno le vere firme dei 2 ex piloti Honda Rubens Barrichello e Jenson Button), CR (Club racer,versione più estrema e spinta dell' S2000, dotata di pneumatici e motore diversi) e Mugen (dotata di migliorie al propulsore e ad altre componenti anche grazie all'uso del carbonio) o e gli innumerevoli modelli creati dagli elaboratori giapponesi come ad esempio: Spoon, AEM, Amuse, Opera performance, ecc... 
S2000 R&J
S2000 R&J

Questa vettura è uscita di produzione nel 2009 dopo ben 11 anni di "servizio" nelle piste e nei garage degli appassionati, che l'hanno resa una pietra miliare della sportività a costi accessibili. In conclusione, l' S2000 rappresenta un'icona dell'automobilismo moderno giapponese quasi alla pari dei modelli GT-R ed è destinata a diventare velocemente un classico dell'automobilismo vista la sua grande importanza a livello tecnologico. Lunga vita all' S2000 e a tutte quelle vetture sportive, che fanno passare tanti bei momenti agli appassionati.